mercoledì 17 ottobre 2012

I piedi sulla scrivania


Che sonno oggi.
Sono sola in ufficio e mi godo un po’ di silenzio ma rischio anche di addormentarmi con la faccia sulla scrivania.


E’ strano il mondo del lavoro appena prima di andare in maternità: da una parte sono ancora piena di entusiasmo e di voglia di fare un sacco di cose.
Mettersi li con la testa nel PC e inventarsi ogni giorno un modo per non morire in mezzo alla burocrazia e agli impicci, per scampare alle nostre meravigliose e biondissime colleghe inglesi (per favore immaginate tante ragazzone in canotta ubriache al bancone del pub:ok, vi presento le nostre colleghe inglesi), ai clienti con chiari problemi di comprendonio, a chi prova a passarti sopra con la ruspa e ti sorride anche mentre lo fa...e insomma è un ufficio come un altro.

E poi dall'altra parte c’è la totale apatia che ti prende quando pensi che inizi oggi un progetto della qualenon vedrai la fine, quando fai un file che capisci soltanto tu e quando sei ametà smetti perchè tanto sarà inutile, quando inizi a parlare con qualcuno edevi subito passare il contatto e l'idea. 
Insomma giuro che non mi stò lamentando - anche se mi piace così tanto farlo – ma è davvero difficile mollare. 
Molti tra l’altro sono propensi a guardarti come se stessi per mollare il lavoro per sempre e ti vien voglia di rassicurarli dicendo che tornerai presto.

Presto poi...chi lo sa e che importa quanto starò via, son solo sicura di esser troppo giovane per dedicarmiai lavori domestici per il resto della vita, anche se la famosa conciliazionevita privata - lavoro sembra una parola sconosciuta in Italia e la maggiorparte delle donne molla, o viene mollata a casa appena dopo la nascita del nano.

Ma non è questo il mioproblema oggi, anche se so che probabilmente lo diventerà presto.
Oggi è più difficile affrontare il risvolto psicologico del lasciar stare, occuparsi d’altro, sapere che presto sarai in un luogo diverso con tempi diversi, non potersi occupare di tutto, perdere il punto di vista e acquistarne uno nuovo e che bello, ma anche che paura: e se divento come quelle galline morigerate e assennate pettinate anni '50 che fan tutto per il loro bambino, soprattutto rinunciare completamente a se stesse? 

Andare via sapendo che troverai tutto molto diverso al tuo rientro, diverso perchè tu sarai diversa,anche agli occhi degli altri, dover dimostrare che sei madre, ma che questo non necessariamente implicherà che hai rinunciato ad avere incentivi e voglia di responsabilità.
Non esser sicura di esser sostituita, aver l’ansia da prestazione e di dover dimostrare che se anche hai un pesciolino poi torni.

Va beh ne è uscito un pippone.
Come al solito...Pesciolino hai una madre logorroica, non fare quello che non sapeva!

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