giovedì 19 giugno 2014

Cara V

Cara V,

ancora una volta ieri sera ti sei fatta venire l'angoscia per una serata passata in compagnia del nano da sola.
Volevo dirti che non solo sembri cretina quando fai così, ma stò iniziando a pensare che tu lo sia  davvero.
Ma te lo vuoi ricordare una buona volta che quello lì che vive a casa tua con la frangetta e i dentoni è il tuo cucciolino adorabile e che ha smesso di cercare di ucciderti?
Te lo vuoi ricordare una buona volta che è finita l'epoca dei pianti a sfinimento (nostri e suoi), che è passata definitivamente la brutta fase dei momenti di totale incomprensione dei suoi bisogni e che ora finalmente, non solo indica col dito cosa diavolo vuole, ma a gesti si spiega benissimo.

Ti dirò di più: ti sei accorta o no che quando siete tu e lui da soli lui si comporta decisamente meglio di quando ci sono entrambi i genitori?

Ti sei resa conto che non hai nessun problema a farlo addormentare velocemente e metterlo a letto?
Vuoi metterti in testa una buona volta che sei una madre normale, che fa cose normali e che nessuno sta li a giudicarti se non lo fai tu?
Pesciolino ti adora e tu adori lui.
Fattene una ragione e lasciati vivere in pace.

V, mia cara, sarà meglio che  te le metti in mente per bene queste cose, perchè sono ormai state dimostrate coi fatti, e sarà meglio che da oggi in poi, ogni volta che andrai farneticando di ansie da prestazione e mal di vivere, tu ti prenda questa letterina e te la rilegga almeno una decina di volte.

Col mantra: stai calma, sei perfettamente all'altezza.

Baci,
Il tuo Neurone.

mercoledì 18 giugno 2014

Ansia da prestazione

A volte mi sembra tutto così difficile, specialmente quando la routine quotidiana ti assorbe a tal punto e in modo così penetrante che sei distaccata quasi dalla realtà delle cose: perciò a volte mi sembra di essere completamente incapace di fare delle cose che ad altri appaiono di una banalità totale, e se ci penso, anche a me sembrano poca cosa, ma spesso non so, non voglio affrontarle ugualmente.

Così oggi mi ritrovo a passare una serata da sola in compagnia del mio ometto e davvero ne ho tanta voglia: ho voglia di vederlo correre per casa da una parte all'altra, ho voglia di preparaci una cenetta io e lui che è piccolino ma di ottima compagnia, ho  voglia di vederlo entusiasmarsi davanti ai pastelli e di ridere con lui mentre fa il bagnetto. 
Davvero non vedo l'ora di andare a casa a fargli bolle di sapone. Parentesi: ma ci pensate a che vantaggio sia avere un'ottima scusa per fare le bolle di sapone passati i 30? 

Però poi ho anche un po' d'ansia. 
Non so perchè fino in fondo, ma credo che tutti quei mesi passati da sola con un neonato (quello che si è ormai trasformato in un bimbo sorridente e felice), mi abbiano come segnata. Tutta quella solitudine, quello stare sempre sola in balia delle esigenze di un altro, non so, è come quando sei stata graffiata da un gatto e comici ad aver paura di tutti i gatti, forse di tutti gli animali, senza distinzione. 

Così mi ritrovo a dover gestire oltre che un piccolo scemino anche l'ansia di sua madre. 

L'ansia imprecisata di non sapere gestire una situazione razionalmente gestibilissima, l'ansia di non riuscire a mandarlo a letto, di non dormire affatto,l'ansia di avere tutta la responsabilità sulle mie povere stanche spalle.

Insomma ho l'ansia da prestazione e questa cosa mi rende un po' triste. 






lunedì 16 giugno 2014

L' outing di una donna decerebrata

Questo è l'outing di una donna decerebrata. Una che se oggi dovesse descriversi direbbe di se: "lascia stare, non vale la pena combattere per tentare di afferrare l'ultimo mio neurone, mi ha lasciata sola già da un po'."
Si.
Perché venerdì è successo che ci siamo messi in macchina, io, Pesciolino, l'Uomo Meraviglioso e abbiamo fatto i 200 chilometri che ci separano dalla casa al mare in Liguria che i miei nonni hanno comprato 33 anni fa per passare un weekend fuori dall'afa milanese. E fin qui tutto ok.

E' successo che sono scesa dalla macchina, dopo 2 ore di tragitto e per la prima volta in tutta la giornata mi sono ricordata di un piccolo dettaglio non tanto insignificante: le chiavi di casa.
Che avevo lasciato a Milano. Senza manco ricordarmene una sola volta in tutto il tragitto.

In ordine ho pensato: al suicidio, alla casa di cura, all'Alzheimer, al fatto che l'Uomo Meraviglioso che mi guardava prima stranito, poi dolcemente sorridente è davvero un Uomo meraviglioso e che per non essersi incavolato come minimo merita il primo premio per gli Uomini Meravigliosi. E poi ho pensato alla seguente cosa: cosa diamo da mangiare a  Pesciolino?

Capito il mio ordine di priorità? Io non penso a dove andiamo a dormire, a cosa facciamo stanotte, ma alla cena del piccolo uomo che ci accompagnava. Una donna sconvolta e senza priorità vere.

Comunque alla fine abbiamo risolto così: siamo andati in paese, ci siamo seduti davanti a una birra e a delle focaccine, abbiamo prenotato un albergo su internet (ma vogliamo parlare mezzo secondo di come il web abbia migliorato l'esistenza di noi decerebrate?), abbiamo scelto un posto dove cenare e poi ci siamo fatti una risata.

Alla faccia mia.

Il weekend è andato bene, ho foto ricordo di un nano in ciabatte e canotta che non so se disconoscere subito o dargli una seconda possibilità, ho questa immagine di una spiaggia bellissima e di noi che non abbiamo portato i costumi perchè tanto piove e di questo ritorno di sabato che alla fine ha reso il weekend ancora più lungo e forse anche più bello.

Adesso datemi il nome di un medicinale contro l'Alzheimer. Grazie.



giovedì 5 giugno 2014

Ricordi sparsi - Croazia


Eravamo io e te in Croazia e si bevevano aperitivi sotto l'ombrellone, con gli occhiali da sole, il sale addosso, l'estate piena, io e te soltanto.
Avevamo una casa, la nostra prima prova di convivenza, e la sera stavamo sotto al portico a mangiare, bere vino, a baciarci e parlare del futuro. Con noi a farci compagnia solo una gatta con tre gattini, uno scatenato e molestissimo, uno timido ma solare e uno serio e composto.
Ricordo la spiaggetta sotto casa, di sassi chiari e acqua limpida, il rumore delle onde.
Mi è venuta in mente la nostra gita in barca mal riuscita: la barca che si rompe, noi alla deriva, tu che fai il marinaio e il sole a picco.
E poi Dubrovnic, un posto magico, un caldo secco e la magia di scoprire di avere gli stessi ritmi, la stessa voglia di esplorare e poi però fermarsi, la semplice complicità dell'avere gli stessi desideri.

Le risate. Tante. Una felicità mai conosciuta prima.

Quanto sono stata felice in quel piccolo angolo di libertà solo nostro, dopo un anno drammatico in cui le nostre vite erano state ribaltate da noi, dagli eventi, dal nostro amore, un angolo di libertà in cui tenerci per mano senza veli.
A volte quella poesia di noi due soli, devo dirtelo, mi manca.
Quell'essere una cosa sola, vivere quella gioia semplice dello stare insieme in silenzio in riva al mare, fuori dal caos quotidiano, quella magia inaspettata di semplice complicità, senza pressioni, senza impegni di lavoro da conciliare, senza il bisogno di compromessi troppo forti, perchè siamo simili e diversi, perchè siamo una cosa sola.

Questo mi manca. Mi mancano i nostri spazi, che da un enorme prateria sconfinata, con Pesciolino si sono ridotti a ritagli, a boccate di ossigeno tra la stanchezza, il lavoro full time, un bambino bellissimo che attira ogni singola attenzione mia e tua.

Ogni tanto, oggi di più, quella sensazione di felicità libera che ho provato in Croazia, mi manca come ossigeno.

martedì 3 giugno 2014

Un anno in più

Un anno in più che ha portato:

  • Più saggezza e meno paranoie (potrebbe anche diventare il mio mantra) 
  • Più bellezza interiore MA più cosce (dati di fatto e metro alla mano) 
  • Più spregiudicatezza e meno timori 
  • Più inglese e meno timidezza (in realtà è solo meno timidezza con lo stesso livello -basso- di inglese) 
  • Più difficoltà a uscire la sera io e lui (sigh sob) , MA più ore di sonno (Dio grazie)
  • Più consapevolezza dei miei limiti, ma anche dei lati più belli e ricchi e profondi di me.
  • Meno tempo di frequentare le persone che amo e alla quale voglio bene. (ahi ahi) 
  • Ma anche meno tempo sprecato e la voglia (il bisogno) di non sprecarne più. 
Un anno in più, un compleanno in più.
Ho tanta voglia di...soltanto di esserci.
Ho voglia di partecipare, di non sprecare nemmeno un minuto, di correre e fare centomila cose tutte insieme e di farle bene tutte. 
Ho tanta voglia di amare il mio Uomo Meraviglioso e stringerlo forte e baciarlo e fargli sapere che non respiro senza di lui.
Vorrei saper fare la ruota, il bagno al mare, le capriole nell'erba con il mio piccolo uomo, annusare con lui tutti i fiori del creato, girare il mondo e tornare a casa (il luogo più bello del mondo), licenziarmi e aprire un'attività in proprio, vorrei vivere in riva al mare. 

Buon compleanno V, buon compleanno a me.