giovedì 28 novembre 2013

Esercizi di positivismo cosmico

E niente, vorrei ricominciare a scrivere guardando solo il lato A della faccenda, si può?

Quindi basta sfoghi e pensieri negativi, ora inizia l'era della positive oriented girl che voglio diventare (lascia stare, che fa sempre figo un po' di buon inglese ).

Che poi una dice che non ha più risorse, e son stanca, e non ce la posso fare, e se vado avanti così muoio ("vuoi che muoro?") e chi più ne ha più ne metta.... e invece no, riesci comunque a stare connesso col mondo.
Cioè ci sei, connesso forse è una parola forte.

Certo quella patina velata che vedo scendere sulla retina ogni tanto mi crea delle preoccupazioni, ma quasi senza ombra di dubbio posso dire che è solo la palpebra che scende.
Certo i riflessi non sono gli stessi, ma sviluppi doti di attenzione differente per compensarli, quindi si, puoi metterci uno o due minuti in più ad attraversare la strada, ma almeno non ti sei fatta investire.
Certo anche andare a pranzo con la tua compagna del liceo, che ora è incinta e non puoi non raccontarle il lato bello della maternità sennò si ammazza, fa bene allo spitrito e poi gli gnocchi alla sorrentina che mi son magnata fanno molto bene allo spirito - provare per credere.

E si ok, hai mal di gola e nel tuo ufficio vive una colonia di pinguini e qualche cane husky che preferisce il clima polare, ma il rimedio omeopatico che ti stai spruzzando da stamattina, se anche non ti farà passare il mal di gola. almeno ti solleverà lo spirito: ha una gradazione alcolica del 20%. Sei ubriaca e manco te ne sei accorta.

Stanotte ok, non abbiamo dormito, cioè io si, un po' di più di quel poveraccio dell'Uomo MERAVIGLIOSO (maiuscolo rende di più) che si  è fatto carico del nanetto urlante in notturna e io ho solo sentito i lamenti del soggetto piccolo di casa, che è in questi giorni alle prese con i suoi nuovi dentini,  perciò di che mi devo lamentare?
Recupererò più avanti.
Si.

E' vero, la mia nuova vena positiva è quasi più inosopportabile di quella negativa di pochi giorni fa.
Vado a ubriacarmi con il rimedio omeopatico per il mal di gola.

venerdì 22 novembre 2013

Liberazione - parte 3

Quindi eccomi di nuovo qui.
Erano 10 mesi che meditavo di scrivere questo post, ora che ho iniziato mi sembra quasi di non riuscire a smettere.

Eravamo arrivati alla candida e al dolore a ogni poppata. Dopo 20 giorni di cure, quando sembrava passata ho avuto una ricaduta: altri 10 giorni da schifo. 

La candida poi è passata, vorrei rassicurarvi, di qui la strada non è stata dritta, ma ha preso una direzione migliore... 

La direzione dell'allattamento a richiesta.
Dai, parliamo anche di questo che ho proprio voglia di fare polemica: chi sponsorizza l'allattamento al seno, i tett-talebani ma anche i meno estremisti, ti dice che l'allattamento deve essere sempre a richiesta. Quindi il bimbo piange e tu lo allatti, l'orologio non serve, buttalo via.
Prova a chiedere a qualche tett-talebano più o meno ogni quanto è plausibile che un bambino abbia fame: a me hanno risposto che non importa ("Come non Importa??")
Se piange, allattalo. ("Ma rigurgita spesso. Non sarà perchè lo allatto troppo?")
Se rigurgita non fa niente, il tuo latte non può fargli male.

Capite che non c'è senno negli integralismi? Nessuna traccia di intelligenza umana.

L'allattamento a richiesta, almeno nel mio caso per i primi mesi , ha significato allattare ogni volta che Pesciolino piangeva. Uno strazio.
Tornassi indietro mi darei delle regole ferree e lo allatterei a orario, come faccio ora.
Invece no: piange? Tira fuori la tetta e allatta che aspetti!?
Così finisce che allatti se vuol dormire, se vuole coccole, se ha freddo, se ha caldo, se lo devi calmare e chi più ne ha più ne metta.
I bambini piangono sempre allo stesso modo anche se il bisogno è diverso.

Io sia chiaro che ho allattato in ogni dove, a volte basta una sciarpa, la maglietta giusta e la cosa rimane piuttosto discreta, però il fatto davvero strano è che passi la vita a nascondere una parte del corpo, poi diventi madre e BAM niente più pudori: suvvia che vuoi che sia? Fuori gli attrezzi che il nano piange!

Va bhè, devo dire che questa dell'alzare la maglietta in ogni dove, dopo tanto dolore è stato il lato meno fastidioso della faccenda e poi in effetti è molto comodo: se tu e il Pesciolino siete insieme potete andare ovunque, anche a Timbuctu. Una bella metafora della vita.

Però però...comunque difficile. Ci sono stati momenti in cui mi son sentita la schiava di mio figlio, momenti in cui mi sembrava di non esistere, perchè non puoi mancare mai, nemmeno per un'ora, perchè tuo figlio ti prende per il suo ciuccio, la sua consolazione, la sua fonte di cibo e di amore.
Forse una madre è ANCHE tutto questo. Una madre, non le se tette.
Forse l'allattamento è il veicolo migliore per portarti di fronte al tuo nuovo ruolo.
Ma quanta fatica e quanto dolore mi sarei potuta risparmiare.

Comunque questa esperienza è stata utile, un vero percorso iniziatico: sono più consapevole, più sicura di quello che posso permettermi con Pesciolino e cosa invece no, so un po' meglio cosa posso fare e non fare per stare bene insieme.
Perchè a volte dire no a Pesciolino serve tantissimo.
Perchè fargli capire quali sono i confini lo ricorda anche a me.
Lui strilla, si dimena, si frustra, non accetta alcune nostre decisioni, ma credo che stiamo andando nella direzione giusta.

Lo credo perchè oggi Pesciolino è un bambino sereno, che ride sempre e gioca e vuole bene a me e a suo padre, si vede da come ci guarda, da come allunga le braccia per esser abbracciato; perchè è un bambolotto dolcissimo che si appoggia alla mia spalla quando torno dall'ufficio, perchè ormai gioca anche da solo (un traguardo) e gattona da una stanza all'altra senza remore, senza paure.

Forse anche lui sa che ciò che lega noi tre è un sentimento grande e antico e che se siamo insieme noi tre va tutto bene.

Buon weekend e fine della liberazione.





mercoledì 20 novembre 2013

Liberarsi - parte 2

Dove eravamo rimasti?
Pesciolino offeso e io con il tiralatte ogni tre ore giorno e notte.

Fin qui tutto bene e non è una battuta.

A un certo punto quel testone di mio figlio si è reso conto che facendo l'offeso la situazione diventata controproducente per lui, così ha pensato bene di farmi smettere col tiralatte e le aggiunte di latte artificiale e attaccarsi al seno.
Non vi dico la gioia.
E non vi dico il dolore.

Un dolore penetrante e persistente che non passava mai, un incubo continuo quando allatti a richiesta: avevo preso la candida al seno.
Adesso io non sapevo nemmeno cosa fosse la candida al seno e se non avessi avuto Antonia ad aiutarmi non avrei saputo dove sbattere la testa.
Sembrava di avere uno spillone rovente infilato nel petto.
Giorno e notte per 20 giorni e il dolore aumentava ogni volta che allattavo. Stavo davvero malissimo e avevo persino iniziato a temere Pesciolino.
Lo temevo perchè lo dovevo allattare. Ogni volta che si svegliava, che piangeva, che faceva uno strano movimento con le labbra che significava che aveva fame, io avevo paura. Paura del dolore.
Quando ti dicono che l'allattamento è unione e amore...

E poi mi sentivo anche dire: "Beata te che hai avuto il latte. Io non ne avevo. Ho provato per un po' ma l'ho perso subito".
Madame scusa va a quel paese tu e le tue sbagliate convinzioni.
Io mi son fatta un mazzo tanto per dare il latte a quel vitello di mio figlio, ho patito le pene dell'inferno e non mi son sentita tanto fortunata. Mi sentivo uno schifo. Se hai smesso, credimi secondo me hai fatto benone, non dare colpa (o merito) al fato.
Guardate che non ce l'ho con le madri che non hanno allattato, anzi forse un po' le invidio anche, perchè hanno avuto il coraggio di fare una cosa che mi avrebbe rispramiato tanto esurimento, tanto dolore, ma non sopporto quando mi si dice che sono stata fortunata.
Eh no. Son stata cazzuta, non fortunata.
Sono stata un mulo (in questo caso si potrebbe dire più una mucca), sono stata testarda fino a farmi molto male.
In ospedale però mi avevano fatto un lavaggio del cervello tale che mi sentivo una merda anche solo a pensare di dargli il latte artificiale.

Anche per questo ho bisogno di lasciare questo lungo post alla rete perchè è proprio in internet che ho trovato il minor conforto sul tema.
Ci fosse stato un sito dedicato alle madri dove potessi sentirmi meno in colpa a provare certi sentimenti: io odio allattare. Non posso proprio farci niente, ma non ho trovato nessuna in rete che lo dica così apertamente.
Come se ci si dovesse vergognare di non provare nessun piacere, nessun sentimento di pace e appagamento: ci ho messo tanto a dirlo, a scriverlo e non sentirmi male per questo.
Non tutte siamo portate per allattare, bisognerebbe dirlo dall'inizio, non giocare sugli estremismi e sui sensi di colpa.
Bisognerebbe far capire alle madri "appena nate" che c'è una soglia oltre la quale è meglio lasciar perdere, la soglia che si oltrepassa quando si perde la serenità. Che a volte passare al latte artificiale e basta, non implica che tu sia meno mamma.
Io questo ai tempi non l'avevo capito e devo dire che non sono stata molto aiutata: se parlavo di smettere di allattare (e solo io so quanto ci ho pensato e ripensato) tutti quanti intorno a me mi guardavano come se avessi avuto un'idea infelice.

E poi c'è questa questione della salute del bambino che tutti ti fanno piovere addosso: Pesciolino nel frattempo cresceva benissimo ed era in ottima salute. Tutti li a dirmi: tutto merito del latte materno!
O no?

No perchè sicuramente a Pesciolino la salute non manca e io mi devo in qualche modo sentire risarcita di tanta fatica dicendomi che i vantaggi dell'allattamento naturale tanto decantati da tutti siano effettivamente reali.
Io non sono un medico e non so un cavolo di queste cose, ma ve la butto la: non credo che i bambini allattati artificialmente siano tutti malati o tutti stentino a crescere e abbiano un sacco di problemi.

Alla prossima puntata.
La liberazione è logorroica.





martedì 19 novembre 2013

Liberarsi - parte 1

L'altra settimana in preda a un devastante mal di testa, uno dei soliti che mi perseguita di questi tempi, ho letto il mio oroscopo:

“Le persone si innamorano della loro sofferenza a tal punto da non riuscire a separarsene”, ha detto Chuck Palahniuk. Il tuo compito, Gemelli, è fare il massimo sforzo per disamorarti del tuo dolore. Come se stessi parlando a un bambino, spiega al tuo subconscio che la sofferenza alla quale si è abituato ormai non serve più. Dì al tuo io più profondo che non vuoi che quell’antica pena sia uno dei pilastri della tua identità. Per favorire questo distacco, ti consiglio di fare un rito di separazione. Lega un’estremità di un nastro a un simbolo del tuo dolore e l’altra intorno alla vita. Poi taglia il nastro e seppellisci il simbolo nella terra."

E' l'oroscopo di Internazionale, un settimanale che mi piace molto e l'autore, Rob Brezsny, è l'unico che ci azzecca 90 volte su 100 con i suoi strampalati e animistici consigli di vita.

Anche questa volta ci ha preso : quando l'ho letto mi son venute davvero le lacrime agli occhi e ho provato quella strana emozione che si sente quando ascolti o leggi qualcosa che è profondamente vero per te, qualcosa che ti fa "risuonare dentro la verità" si dice in certi ambienti new age che mi è capitato di frequentare.

Probabilmente è vero, mi sono innamorata del mio dolore e ora non riesco a separarmene.

Per questo forse il blog mi sembrava fosse diventato il contenitore della pattumiera, forse perchè la vita reale aveva smesso di coincidere con l'incubo di stanchezza e dolore che avevo nella mente.

Però poi succedono alcune cose belle che ti fan tornare la voglia di scrivere.

Succede che passi un week end degno di questo nome.

Succede che ti accorgi che Pesciolino è cambiato tanto e ora è proprio un bambino, non più un urlante neonato.

Succede che hai un Uomo Meraviglioso accanto che, ormai da una settimana a questa parte, probabilmente per evitare che alla fine tu spacchi il muro a testate davvero, si alza solo lui la notte quando Pesciolino si sveglia e tu riesci a riposare e non accorgerti che si è svegliato 3 volte.

Succede anche, e forse questa come quella precedente è una delle cose più importanti per la mia ripresa, che non allatti quasi più.

Forse quindi è davvero arrivato il momento di parlarne.
Ne devo parlare a puntate però, l'odissea è lunga e tutto insieme potrebbe non rendere bene l'idea.

Lo scrivo per liberarmene, per tagliare questa corda, ora che stò per smettere, ora che allatto mio figlio solo due volte al giorno.

Parliamo quindi di allattamento.

Per me è un tema davvero difficile, che tocca delle corde profonde dentro di me e smuove continuamente il fango.

E' un argomento sconveniente per molti uomini e donne senza figli, mentre per molte mamme e papà diventa oggetto di venerazione quasi un culto, suscita nella maggior parte delle persone tenerezza, dolcezza, e la certezza del legame atavico.

Per me è stato un percorso di dolore.

Prima di diventare madre guardavo all'allattamento con sospetto.

Devo dire che mi ha sempre fatto una certa impressione pensare che due parti del mio corpo che son sempre state inutili o mi sembravano messe li per bellezza, di colpo possano diventare l'unica fonte di sostentamento per una persona, per tuo figlio.

Però devo dire che rimanevo abbastanza obiettiva sull'argomento e cercavo di non farmi troppe pippe mentali sull'argomento. Cercavo di rimanere aperta, di non avere pregiudizi.

Appena nato Pesciolino però le cose sono cambiate.

Dentro di me, già dalle prime ore, sentivo la sola imperante esigenza di prendermi cura di lui.

Di continuare a nutrirlo. Di dargli tutto quello che potevo per farlo stare bene. Non so spiegarlo. Ricordo che desideravo che lui mangiasse come se avessi fame io, come se sfamando lui potessi placare la mia fame.

Quello che nessuno ti dice è che non c'è nulla di immediato coi neonati.

La cosa più stupida, come aprire la bocca e attaccarsi al seno può sembrare impossibile per giorni interi.

Così quel simpaticone del nostro neonatino appena nato dormiva e basta, non mangiava mai.

Di svegliarsi e di aprire la bocca per mangiare non ci pensava nemmeno.

E così diventava sempre più itterico (è una cosa piuttosto normale nei neonati, non è nulla di pericolosissimo, ma fa spaventare se sei appena diventato genitore) e io e l'UM sempre più disperati.

Tutto questo succedeva in ospedale. Uno degli ospedali più famosi di Milano per le nascite, quello che viene chiamato la catena di montaggio delle nascite.

Io lo definirei anche il covo dei talebani della tetta, i tett-talebani.

Si perchè tutti i dottori e anche molti degli operatori e delle infermiere non vogliono nemmeno sentir parlare di latte artificiale.

Nemmeno se il tuo nano non mangia da tre giorni e sta diventando giallino.

Nemmeno se a te viene la febbre alta ogni volta che allatti e tremi come una foglia.

Nemmeno se alla prima visita di controllo ti ricoverano di nuovo il nano perchè è molto calato di peso. (Ma va?)

Alla fine quasi mi son messa a urlare e finalmente abbiamo ottenuto il nostro stupido bidoncino di latte artificiale. Guarda caso l'ittero è passato di li a 2 giorni.

La cosa che nessuno ti dice è che i bambini così piccoli aprono poco la bocca, si attaccano male, fanno tanto male al tuo povero seno, e ciucciano per intere ore.

Intere ore di dolore.

Quando siamo tornati finalmente a casa il nano era confuso e offeso e rifiutava il seno.

Ha rifiutato il seno per due settimane. Due settimane di tiralatte a tutte le ore del giorno e della notte. Ogni tre ore. Pensateci bene, ogni tre ore 40 minuti di tiralatte. Un incubo.

Perchè non ho smesso allora? Non lo so, giuro che non lo so.

La prima cosa che mi viene in mente è perchè avevo Antonia.

Al consultorio del corso pre-parto avevo trovato una persona speciale, una donna splendida che si è davvero presa cura di me, mi ha dato la forza di continuare, mi ha dato la prospettiva positiva: Pesciolino ringrazia Antonia per tanti mesi di allattamento.

Questa la prima puntata della lunga odissea che per me è stato l'allattamento.

La prima puntata del mio processo di liberazione.

A tra poco.















venerdì 8 novembre 2013

Buona vita.

E' qualche giorno che medito di fare qualcosa per cambiare un po' registro...

Questo blog è stato per molto tempo un posto leggero e spensierato, a volte ironico, spesso tragicomico dove parlavo di me, di quello che mi succedeva attorno, dei cambiamenti del mio girovita, dei mille cambiamenti che abbiamo affrontato, di un duo che diventa trio piano piano.

Questo era il posto dove immaginavo Pesciolino prima che nascesse e parlavo con lui in maniera ironica e scherzosa della vita che lo attendeva fuori. Gli parlavo di noi, della nostra famiglia, degli amici che avevamo e della nostra vita.

Anche durante i primi mesi di Pesciolino è stato il luogo dove buttavo la testa per non sbatterla al muro nei momenti di dura stanchezza e sfinimento.
Il posto dove cercavo di metter giù la realtà migliore di quello che era. Il posto dove cercavo rifugio per ritrovare me stessa, quando non potevo che cercarla così, scrivendo, comunicando, blaterando, ironizzando, pensando al domani e sperando in meglio.

Oggi però questo blog è diventato un'altra cosa e purtroppo, anche se contro la mia intenzione iniziale, si è trasformato fino a diventare il luogo dove sfogo le mie frustrazioni e troppo spesso ormai rileggendomi mi dico che così non ha più senso.
Adesso mi rendo conto che la realtà è un po' migliore di quella che racconto qui. Per lo meno lo è nell'80% della giornata.
La maggior parte del tempo son tanto stanca è vero, e non dormire è DAVVERO una tortura, ma poi nella vita reale, da quando son tornata a lavoro soprattutto, cerco di stare su di morale, di prenderla in ridere e, anche se a volte mi riesce e a volte no,  qui invece proprio non ci riesco più.
Questo posto sta diventando il mio muro del pianto, il luogo dove vengo "pubblicamente" a lamentarmi e affliggere le persone che passano di qua e leggono.
La pattumiera telematica fa schifo a tutti, a me per prima.

Perciò mi stò davvero chiedendo se non sia il caso di finire qui quest'avventura, di prendere una piccola pausa o ancora di continuare a scrivere cercando di ritrovare la leggerezza che oggi tanto mi manca.

E niente...nella mia indecisione cronica cambierò idea almeno quelle 70 volte prima di prendere una strada, perciò magari se e quando prenderò una decisione ve lo farò sapere...

Nel frattempo bhè... vado a vivere. Buona vita a tutti.


martedì 5 novembre 2013

Madri e figli perfetti (?)

È difficile da spiegare come a volte le cose diventino più semplici anche solo se nasce una mezza speranza di poter migliorare la tua situazione sonno..no, non stiamo dormendo,solo provando un metodo,il meno nazista di tutti,quello che sei alla frutta e proviamo a fare pure questo-tanto che abbiamo da perdere?e migliora un pochino.
Un pochino non è abbastanza,ma è meglio di niente.
Un pochino ti fa ricordare che ci sei, che esisti ancora.
Un pochino apre un piccolo spiraglio.
Basta, non se ne puó più parlare purtroppo: si sa che coi bambini è meglio esser scaramantici che chissà che fine ha fatto quella che "signora mio figlio è fantastico e dorme dalle 20 alle 8 senza interruzioni".
Probabilmente ora dorme 20 minuti per volta e suo figlio non è poi così fantastico.
Ma ne vogliamo parlare?
Vogliamo davvero parlare di quelle che hanno figli perfetti che dormono e mangiano e non piangono mai?
Io in questa breve ma intensa full immersion nel mondo neonato mi son fatta una mia idea: quelle che lo dicono sono un po' pazze e poco credibili. Insomma ma dove li vendono sti bimbi meravigliosi e perfetti? Ma non sarà che queste mentono spudoratamente per timore di esser mal giudicate? 
Ma non sarà che si, certamente ci son bambini con un carattere più facile di Pesciolino e mamme più fortunate e meno sole e meno lagnose di me,ma parliamoci sinceramente: si fa tutte una fatica infernale. 
Una meravigliosa, fantastica, sorprendente e spettacolare fatica premiata con baci piccoli e bavosi e grossi sorrisi sdentati e carichi d'amore. 

Io alle madri perfette credo poco e ai loro figli pure di meno.


venerdì 1 novembre 2013

Spaesamenti alieni

Diventare madri non può che modificare irrimediabilmente la tua esistenza.

Ciò che ti interessa oggi, non faceva nemmeno parte del tuo mondo di ieri.

Le idee ferree e bilanciate di ieri, le reputi ormai delle gran cazzate che hai pensato perchè eri tanto inesperta della vita in generale.

Le cose materiali cambiano forma e colore, non hanno più quasi la stessa consistenza.

Le proposte sono sempre vagliate con un occhio diverso, uno sguardo è sempre buttato al Pesciolino a casa, alle difficoltà alla quale si va incontro cambiando routine, facendo anche solo mezz'ora di ritardo.

Ti senti anche poca solidarietà attorno: a partire da tua madre che, obnubilata da nonnifero amore, non ti si caga di striscio (per usare un eufemismo) e risponde SEMPRE e comunque: "eh va bhè". Provocando non poco nervosismo nella sottoscritta: "Ma' non dorme..." "Eh va bhe", "mamma scusa metto giu che Pesciolino si è svegliato e piange" "ah l'amore della nonna si è svegliato!eh va bhè"...
Eh va bhè!

In più ci si mettono le amiche invitandonti a serate danzanti improbabili il venerdi sera a farti sentire un'aliena. Amiche..io non dormo più, è venerdí, sono andata a lavorare e il nano ha la febbre (di nuovo), come potete pensare che io abbia la forza di andare a ballare?

E cosí mi sento anche tagliata fuori dal mondo: da una parte gli amici senza figli, la maggior parte, che non riesci piu a frequentare perchè hai completamente perso il senso dell'orientamento e ti senti una disadattata sociale. Dall'altro il mondo dei gia-genitori come te, con le mille esigenze dei loro bambini, i tempi ridotti al minimo, i raffreddori, la febbre e i virus che mannaggia a loro...

In mezzo io e l'UM che siamo alle prese, per incomprensibili congiunture astrali,con non uno, ma ben due traslochi.

E poi c'è l'ufficio, la casa, i mobili nuovi,l'Ikea...lasciamo stare!

Per fortuna ci sono i viaggi in metropolitana da casa all'ufficio e viceversa: dieci stupidi minuti in cui riesco ad aggiornare il blog mentre cammino, a leggere l'oroscopo e ...e basta! Poi ci si rituffa a capofitto nella miglior cosa che mi sia successa: Pesciolino.


Buon weekend