venerdì 27 settembre 2013

Lettera d'amore grande

Caro Pesciolino,

sono passati quasi nove mesi da quando sei nato, quasi diciotto da quando ti sei affacciato al balcone da lassù e hai detto : "va beh io arrivo!" , un anno e mezzo che sei nella nostra vita, prima piano piano, poi sempre più fortemente sei diventato il centro di due esistenze, la mia e quella di tuo padre.

E sarà che mi hanno detto che i nove mesi dopo il parto coincidono con i nove mesi di gravidanza, i primi tre dell'amore indeciso, i secondi tre della simbiosi totale e gli ultimi tre della separazione, che mi sembra di essere ad una data speciale, una di quelle da ricordare perchè mi sembra che siamo alla fine di un periodo lungo e importante e che ci stiamo per affacciare alla vita vera insieme. In fondo mi pare che tu non sia più un neonato ma sia finalmente diventato un bambino.

Oggi mi sento come quando dovevi uscire da me e diventare una persona reale.
Mi sembra che ora tu sia alla soglia di una nuova "indipendenza", siamo alla fine del puerperio, i nove mesi post parto, i più lunghi e intensi della mia esistenza, ma anche il periodo della mia vita dove ho provato il più forte amore, dove ho raggiunto e ampiamente superato i miei limiti mentali, il periodo in cui mi son sentita più sola, più fuori dal mondo e allo stesso tempo arrivata in un nuovo universo sconosciuto, fatto di cose diverse da quelle che già conoscevo, ma che mi piacciono e che hanno mutato me e tuo padre e te in una famiglia.

Oggi mi sembra che tu finalmente sia pronto a uscire e a conoscere il mondo che ti circonda, quello che oggi hai tanta voglia di esplorare, di toccare, di vivere, così come eri pronto nove mesi fa per cominciare a respirare. Oggi mi pare che sia giunto il momento per  me di fare un piccolissimo, minuscolo insignificante passo indietro, che non vuol dire niente in fondo e vuol dire moltissimo da un'altra parte.

Ed è strano come nella nostra vita insieme, senza farlo apposta, proprio in questo momento sia ora per me di tornare in ufficio.
Oggi voglio dirti che anche se da lunedì dovrò tornare a lavorare e non potremo più stare insieme tutto il giorno, io ti amo di un amore smisurato, un amore grande che si moltiplica per se stesso e aumenta ogni giorno, che con la mente e col cuore starò sempre con te.
Voglio dirti che da oggi credo mi mancherai per sempre, perchè questi mesi purtroppo o per fortuna non torneranno più e mai più tu sarai così abbandonato e dipendente e attaccato a me.
E lo so che sembro allegra di tornare a lavorare, e in parte sai, a essere onesta sono felice di avere un lavoro e poter tornare fra i comuni mortali, ma una parte di me vorrebbe non lasciarti proprio, tenerti stretto stretto come piace a tutti e due, baciarti quelle guance a forma di mela che hai, farti il solletico e farti ridere e aiutarti a stare in piedi e starti vicino e vederti crescere tutte le ore del giorno e della notte come abbiamo fatto finora per questi lunghi e a volte difficili nove mesi, per sempre.

Ti amo.
E questo credimi, non cambierà mai.

Mamma

martedì 24 settembre 2013

Quando ci vuole, ci vuole.

Sono stata tanto assente dal blog, me ne rendo conto solo ora guardando la data dell'ultimo post che ho scritto.
È che le settimane appena rientrati dalle ferie sono state molto più impegnative di quanto mi sarei aspettata, il contraccolpo post vacanziero non è arrivato immediatamente ma si è decisamente fatto sentire. È stata la mazzata più dura, tornare e risprofondare nella più totale solitudine. 
Come se fossi un contenitore troppo colmo, nelle scorse settimane tutto è trabordato pericolosamente. 
Ma il problema quando hai un bimbo da accudire, e questo lo sai immediatamente, che tu sia aiutata o meno, è che non puoi lasciarti andare, non puoi crollare del tutto, non puoi più permetterti di lasciarti cadere come potevi fare un tempo.
Cosí mi sono ritrovata un po' più debole, un po' più stanca e un po' meno pronta ad affrontare il quotidiano.

C'è stato anche un momento in cui ho pensato che no, basta, io non potevo aspettare oltre, non potevo aspettare nemmeno mezza giornata in più o sarei morta di stanchezza, di tristezza, di solitudine, di sensazione di non potermi godere nulla, nemmeno il mio bambino.

Poi è finalmente avvenuto il miracolo: la tata tanto attesa, che doveva arrivare non prima di metà settembre, si è liberata con una settimana di anticipo.
E a me é sembrato un miracolo davvero, un miracolo non dovermi più preoccupare se a pranzo potrò mangiare o meno, un miracolo dire "faccio un salto al supermercato" e non dovermi preoccupare di un piccolo gnomo che strilla nel passeggino, correndo da una corsia del supermercato all'altra gettando roba a caso dentro al carrello.
 Ero così messa male e tanto alle cozze che mi é sembrato assurdamente bello potermi soffermare a leggere tutte le etichette dei prodotti. 
Mi sono comprata uno shampoo e mi è sembrato il paradiso. 
Ho potuto fermarmi davanti allo scaffale dei libri e sfogliarne qualcuno con quasi una perdita di sensi per l'emozione.
Ho osato anche una cosa che mi sognavo da otto mesi: mi son comprata una rivista e sono andata in un posticino vicino a casa a pranzare all'aperto. Mi son goduta ogni singolo boccone e ci ho messo un'ora e mezza per andarmene. Che beatitudine.
Mi son data una botta de vita insomma, mica grandi cose, ma ho smesso di sopravvivere e resistere e ho ricominciato a vivere.
Una vita normale, fatta di impegni normali, di cose da sbrigare, mica sono stata in discoteca o a cena fuori con l'UM ma mi sento meglio...

E poi. Poi c'è lui. Pesciolino. L'amore grande, il sorriso sdentato più bello, le manine che afferranno ogni cosa e cacciano tutto in bocca. Lui che sta seduto e alza le braccia per esser preso, lui che non ti molla un attimo e ti ama smisuratamente e impara a dare baci sbavosissimi e dice di no con la testa.
Lui che, ora che io sto a una distanza piu normale, meno esclusiva e soffocante, lo vedo meglio per come è davvero: un amore di bambino coccoloso e bello..anche se non dorme, anche se a volte è un piagnone.
Ora che non lo devo tenere in braccio otto ore consecutive finalmente lo posso guardare in faccia, andare in fondo al cuore a pescare tutto ciò che sento, tirare fuori il meglio senza paura di aver osato troppo, di aver consumato energie che non avevo più. 
Perchè a ben pensarci ero talmente stanca che il mio cervello, il mio corpo, tutta me stessa, erano in modalità riserva, e se hai poca benzina nel serbatoio, si sa, devi andare piano ed esser cauta.
Ora invece ho la sensazione che possa consumarmi tutta, tanto poi c'é sempre qualcuno che accorre in mio aiuto, non sono più sola, ed è una cosa meravigliosa.
Si, mi ci voleva proprio la tata.







Mai contenta

Non son mai contenta però eh!
Adesso che sono in giro in centro da sola a godermi il tempo libero e l'inserimento con la tata, mi manca da morire il mio bambino...sob!