giovedì 10 luglio 2014

Lisbona

Ci siamo avventurati per la prima volta in tre fuori dai confini Italiani, fuori dalle mete turistiche tipiche da famiglia, fuori anche se di poco dal nostro fuso orario: siamo stati un fine settimana a Lisbona.
Vi ricordate quel viaggio che dovevamo fare a Febbraio e che invece io avevo pensato bene di ammalarmi il giorno prima di partire? Ecco! Il racconto lo trovate qui
 Bellissimo. Ma che fatica però.

Adesso non fate come la Dragonessa che mi ha subito ricordato che "me l'aveva detto", e che se i viaggi itineranti coi bambini la maggior parte delle persone non li affronta, non è perchè sono rigidamente legati alle loro abitudini e imbalsamati in una quotidianità risucchiante (ma io continuo a pensare di si), ma  perchè i viaggi itineranti sono fisicamente devastanti.

Questa gente ha ragione. (Tu mamma invece no . Fattene una ragione e andiamo avanti.) Hanno ragione loro a non spostarsi più lontano di Gabice mare, che io personalmente non so nemmeno dove sia e non ho niente contro Gabice, ma capirete che Lisbona ha tutto del fascino in più.  

Ora che abbiamo chiarito l'unico punto negativo della vacanza, che più che una vacanza è stata fisicamente una prova e mentalmente uno sforzo, passiamo ai lati positivi e partiamo dal cielo meraviglioso che si trova su questa città: un azzurro incredibile spazzato da un vento meraviglioso.
Un clima perfetto per i viaggiatori: fresco all'ombra e caldo al sole, persino la pioggia della domenica mattina non ci ha fermato e siamo stati premiati da un bellissimo clima pomeridiano a Belem. 

L'aria fresca e frizzante, i panorami bellissimi dai Miradores (belvedere) sparpagliati in città, quella malinconia poetica di Lisbona, i parchi, le migliaia di panchine, sedie, tavolini all'aperto posizionati in ogni dove, dietro ogni singolo angolo: nelle piazze, sui belvedere, in mezzo alle scalinate e nelle tante strade pedonali. Ogni occasione è buona per fermarsi e godersi il panorama (se non hai appresso un tizio alto sotto il metro che corre e cerca di uccidersi in ogni dove).

I Lisboeti che abbiamo incontrato nella nostra tre giorni, sono stati davvero gentili e accoglienti, specialmente col nostro piccolo uomo sorridente. La lingua è semplice, il cibo molto simile al nostro, anche se forse un po' meno raffinato (adesso facciamo gli snob...mi annoio da sola) si respira un'aria che è un mix dell' Europa tutta: dalla Spagna, passando per l'Inghilterra, fino alla Francia, Lisbona mi è sembrata una terra ai confini dell'Europa che è stata influenzata da tutti ma si è costruita da sola una sua identità.

Lisbona è salita e discesa, ha una geografia impegnativa per noi che viaggiamo col passeggino, ma le sue strade e i suoi marciapiedi lastricati, le viuzze pedonali, il fiume Tiago che sembra il mare da quanto è lontana l'altra sponda, ci hanno letteralmente affascinati.

Pesciolino, viaggio di ritorno a parte in cui ci ha regalato emozioni intensissime quando durante la discesa verso Malpensa a mezzanotte ha deciso di strillare per l'intera durata dell'atterraggio (circa 30 minuti in cui tutti i cafoni attorno a noi si premuravano di dispensare consigli totalmente inutili e sgraditi), si è comportato davvero egregiamente: lui si che è un vero viaggiatore, altro che noi due vecchi e stanchi che lo accompagniamo in giro!
Il piccolo esploratore entusiasta

Lui la mattina parte con un entusiasmo che a me sembra di non aver mai avuto, dorme sul passeggino da farti morire d'invidia, assaggia tutto, e quando dico tutto intendo anche il curry e lo chorizo (una salsiccia piccante) e il merluzzo, cerca continuamente nuovi e sempre più complicati modi per farsi molto male o togliersi involontariamente la vita, ma volete mettere in confronto a me (soprattutto) e all'UM che curiosità e che voglia di scoprire?

Alla fine il mood del rientro è stato questo: un bellissimo weekend, una fatica insormontabile e un ripensamento sulle mie priorità in vacanza. Io da oggi voglio solo riposo.

Per fortuna fra meno di due settimane andiamo in Sardegna e forse li ci riposeremo un pochino. Forse.





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