lunedì 3 febbraio 2014

Madri (IM)perfette

Leggendo qua e la tra blog di mamme si incontrano persone che hanno vissuto la maternità a modo loro.
Ce ne sono tante che hanno vissuto la maternità come l'ho vissuta io: in maniera faticosa, affannata, isterica, assolutamente piena di contraddizioni. Con tantissimi sensi di colpa, con soffocamento, sentendosi sbagliate e tanto.
Anche fuori dalla rete è così, ma di persona credo si tenda a mitigare, per non sentirsi troppo giudicate, per non giudicarsi da sole.

Chi mi legge qui lo sa, nell'anno appena passato sento di aver deturpato solennemente il quadretto di poesia e amore che mi ero costruita mentre ero incinta, per non parlare del quadro surreale che mi ero fatta quando la maternità era un paesaggio lontanissimo.
Certo, da una distanza considerevole una può immaginare l'essere mamma come una cosa dolcissima, bella, preziosa, (e lo è infatti), fatta solo di occhioni a cuore e bambini che dormono e faccette buffe e tanto tanto amore (e non lo è però).

Una pubblicità insomma, resa ancora più falsa dai siti internet dedicati, dalla tv, dalla tua stessa madre che ha scordato tutta la fatica e il dolore nei 30 anni seguenti la tua nascita.
A me poi non ha aiutato essere una delle prime tra le mie amiche ad avere figli, non mi ha aiutatao non avere una famiglia numerosa con donne coetanee da frequentare per rendermi conto, seppur in minima parte, di cosa mi aspettasse.

Allora vado a rileggere a volte i post che scrivevo in questo blog mentre ero incinta, e mi faccio tenerezza da sola, e vorrei tornare indietro a fare quattro chiacchere con me stessa davvero, tanto per darmi una svegliata, tanto per non vivere la delusione.

Ma poi forse non avrebbe senso lo stesso.
Io ho una piccola considerazione da fare: e se fosse anche questo essere una mamma?

Se essere mamma significasse anche farsi milioni di menate, piangere da sola in bagno sperando che tutto questo sia solo un brutto sogno, strapparsi i capelli e affrontare il dolore e la fatica necessarie a crescere un altro essere umano?
Se essere mamma, una mamma perfetta (osiamo dai) , volesse dire anche affrontare il rifiuto (naturale e fisiologico) e passarci sopra?

Io credo che tutti i sensi di colpa che mi sono fatta finora, tutta la parte bella ma anche quella brutta, facciano parte del mio modo di essere madre e che la maternità vissuta serenamente e senza nessun tipo di rifiuto sia retaggio di poche, forse di nessuna, una specie di miraggio irraggiungibile.


PS: Questa considerazione parte da qui: http://www.ceraunavodka.it/come-sarebbe-stato/ , è il diario di una madre che un po' mi somiglia e un po' no, ma mi sembra che siamo tutte nella stessa barca in fondo.



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